Ormai è evidente, i disordini di Napoli portano la firma della camorra. In seguito alle inchieste compiute, anche da alcune testate giornalistiche come Il fatto quotidiano, per comprendere la situazione di emergenza a Napoli, si è riscontrato che proprio in queste situazioni di disordine e difficoltà la mafia esulta e si organizza. I clan puntano soprattutto sugli appalti, a partire dalla fornitura dei mezzi, le cosiddette miniruspe, per la raccolta di circa duemila tonnellate di spazzatura, da far girare a decine per tutta la città. Purtroppo poche sono le ditte capaci di mettere a disposizione molti mezzi in così breve tempo. Un vero affare per la camorra. Infatti ogni mezzo viene noleggiato per una cifra di circa 400-600 euro al giorno. Tenendo conto che Napoli è divisa in dieci Municipalità e che per ogni distretto devono passare due ruspe per notte è facile fare i conti, si parla di 120mila euro per questi primi giorni di emergenza e altri 240mila fino al 15 luglio, data più o meno prevista per pulire completamente la città. Ulteriore business, sul quale speculare, è lo smaltimento dei sacchetti bruciati. Lo smaltimento di questi sacchetti prevede particolari trattamenti a causa della produzione di diossina che tali rifiuti emanano una volta bruciati. Questi diventano di conseguenza rifiuti speciali e richiedono costi doppi sia per la raccolta che per il trasporto in discarica. Ad aggiungersi a tutto ciò, la realizzazione a Napoli est di un inceneritore, per una spesa di 400 milioni di euro. Giusta la decisione del nuovo sindaco De Magistris di non permetterne la costruzione, mettendo in questo caso sotto scacco le lobby camorristiche. Intanto continuano gli incendi di rifiuti per le strade della città.
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